La parola e il pensiero sono farmaci ?
La parola e il pensiero sono farmaci ?
SEMBRA PROPRIO DI SI…
Sempre più studi ed esperimenti scientifici stanno dimostrando le incredibili potenzialità della mente umana e gli straordinari effetti che il pensiero e le parole possono avere sull’essere umano.
Recenti lavori come quelli del Prof .Benedetti direttore del Center for Hypoxia (plateau rosà Switzerland) e professore ordinario di neurofisiologia all’università di Torino, hanno evidenziato come persone sottoposte a sforzi fisici in altura (da 2.500 mt fino a 4.000) diminuiscano la loro capacità di lavoro proporzionalmente all’incremento dell’altura a causa della diminuzione di ossigeno disponibile, e fin qui niente di nuovo.
La cosa invece realmente sconvolgente è che le stesse persone sottoposte allo stesso sforzo alla stessa quota una volta ricevuta una bombola di ossigeno “ assolutamente vuota” procedevano a velocità superiore come se avessero effettivamente ricevuto ossigeno dal respiratore.
Lo stesso tipo di esperimento è stato effettuato su pazienti operati di tumore al polmone a cui veniva chiesto di alzare le braccia fino al punto massimo di sopportazione del dolore.
Una volta rilevato il risultato veniva chiesto di ripetere la prova dopo aver assunto un presunto farmaco antidolorofico (in realtà un placebo), la porzione di movimento coperta era quasi doppia rispetto a pochi minuti prima.
La cosa analizzata analizzata dai neuroscienziati dall’equipe del Prof.Benedetti è stato non tanto l’effetto ( di per se sconvolgente) ma quali sostanze e quali recettori erano stati interessati dall’esperimento e il risultato lascia stupefatti, le sostanze attivate dal placebo nel cervello delle persone erano le stesse attivate da farmaci riconosciuti utili ed efficaci.
Lo stesso tipo di esperimenti è stato effettuato anche limitando l’intervento del medico all’uso della parola, mettendo a confronto il risultato di due approcci diversi al paziente, uno di tipo empatico ( Lei ha una malattia aggressiva che possiamo provare a tenere a bada con il cibo la mente e l’esercizio fisico) e l’altro di tipo più tradizionale ( Lei ha un tumore aggressivo verosimilmente le restano 2 mesi di vita) anche in questo caso l’effetto sortito è completamente diverso, nell’approccio tradizionale le sostanze prodotte dal cervello al ricevimento della notizia avevano attivato ormoni stressanti che possono peggiorare il decorso della malattia, mentre al contrario nei pazienti con cui è stato usato l’approccio empatico le sostanze attivate erano quelle in grado di aiutare la capacità di autocura dell’organismo (ormoni del benessere).
Anche in questo caso il cervello aveva reagito alla parola nello stesso modo e con le stesse reazioni chimiche di quando viene somministrato un farmaco.
Ognuno tragga le proprie considerazioni.
Il progetto Healthy Habits Diventa Healthy Habits Coach David Mariani
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