Ora o mai più
Il repentino cambiamento di abitudini di una parte della popolazione mondiale ha portato sia l’essere umano che l’ambiente che ci ospita ad un passo dal baratro.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, l’aspettativa di vita ha smesso di crescere e sono aumentati gli anni che viviamo da ammalati.
La vita vissuta in condizioni di salute si sta’ riducendo a causa di una serie di patologie, definite non trasmissibili o croniche, dovute ad un cattivo stile di vita.
Stiamo pagando un prezzo altissimo a causa della sedentarietà, al cibo trasformato e ultraprocessato, all’inquinamento ambientale e al conseguente disagio interiore.
L’essere umano, per la prima volta nella storia dell’umanità, è entrato in competizione con l’ambiente che lo ospita, mettendo in atto uno sfruttamento selvaggio e non sostenibile delle risorse finite del pianeta, in nome del profitto.
Lo stesso meccanismo ha creato una società sempre più egoista e competitiva, dimenticando che la nostra evoluzione è invece caratterizzata e resa possibile dalla perfetta simbiosi con l’ecosistema, la piena collaborazione tra esseri umani e un’equilibrata convivenza con gli altri esseri viventi.
Se non modifichiamo le nostre abitudini iniziando da adesso, non abbiamo futuro!
Tutti gli scienziati che si occupano di ambiente, concordano che dobbiamo fare un passo a lato ( per non dire indietro..), per evitare di superare il punto di non ritorno!
Serve una coscienza collettiva che parta dalle nostre abitudini personali; è necessario quindi saper valutare con spirito critico i nostri comportamenti, cercando di limitare da subito quelli che possono contribuire al danno ambientale e di salute…
anche sapendo rinunciare a qualche piccolo confort.
La ricerca scientifica sta dimostrando che salute umana e salute ambientale viaggiano a braccetto…ció che ammala l’uomo ammala il pianeta!
La parola chiave per l’immediato futuro è…Prevenzione.
Prevenire è : la manifestazione più alta d’intelligenza e di umanità perché ci spinge ad inquadrare le cose della vita in un’ottica globale e non personale, facilitando il miglioramento del bene comune e valutando – per quanto possibile – ogni criticità in anticipo, per evitare di dover reagire di fronte a situazioni d’emergenza, dettate nella maggior parte dei casi dalla nostra miopia e ampiamente prevedibili.
Il primo passaggio fondamentale è quello di educare formatori, insegnanti, medici, infermieri, allenatori, nutrizionisti, psicologi e istitutori in genere.
Solo così possiamo pensare di indurre nella popolazione un cambiamento generalizzato di coscienza e consapevolezza utile a evitare un disastro altrimenti annunciato!
David Mariani
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